Skip to main content

Cos’è l’ipnosi e come funziona?

Prima di capire quando l’ipnosi potrebbe essere sconsigliata, è utile comprendere cosa sia realmente. L’ipnosi è uno stato di concentrazione focalizzata e rilassamento profondo in cui la persona diventa più ricettiva ai suggerimenti. Contrariamente a quanto mostrato nei film, durante l’ipnosi non si perde il controllo né si diventa manipolabili contro la propria volontà. È piuttosto uno stato in cui l’attenzione è intensamente concentrata mentre il resto dell’ambiente passa in secondo piano.

Durante questo stato, la mente diventa più aperta al cambiamento e può accedere più facilmente a ricordi, emozioni e sensazioni. È per questo motivo che l’ipnosi può essere utile per trattare vari problemi come dolore cronico, ansia, fobie, o per aiutare a smettere di fumare.

Tuttavia, proprio perché l’ipnosi influisce sulla percezione e sull’elaborazione mentale, esistono situazioni in cui non è consigliata. Vediamo quali sono.

Situazioni in cui l’ipnosi è fortemente sconsigliata

1. Disturbi psicotici e schizofrenia

Per le persone che soffrono di condizioni come la schizofrenia o altri disturbi psicotici, l’ipnosi può essere pericolosa. Ma perché?

Immaginate la mente come una stanza con diverse finestre. Nelle persone con psicosi, alcune di queste “finestre” tra realtà e immaginazione sono già parzialmente aperte, rendendo difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. L’ipnosi, che per sua natura altera la percezione della realtà, potrebbe spalancare ulteriormente queste finestre.

Le suggestioni ipnotiche potrebbero:

  • Intensificare allucinazioni o deliri già presenti
  • Aumentare la confusione tra ciò che è reale e ciò che non lo è
  • Peggiorare i sintomi invece di alleviarli
  • Provocare episodi di disagio intenso o crisi

I terapeuti qualificati evitano l’ipnosi in questi casi perché esistono altre tecniche più sicure ed efficaci per queste condizioni.

2. Gravi disturbi di personalità

Le persone con alcuni tipi di disturbi di personalità, specialmente quelli caratterizzati da difficoltà a distinguere chiaramente la realtà o a gestire le emozioni intense, potrebbero non essere buoni candidati per l’ipnosi.

Immaginate un termostato emotivo che già fatica a regolarsi. L’ipnosi potrebbe involontariamente alterare questa regolazione, causando:

  • Reazioni emotive incontrollabili
  • Confusione tra suggestioni e realtà
  • Difficoltà a “uscire” completamente dallo stato ipnotico
  • Possibile peggioramento dell’instabilità emotiva

I terapeuti preferiscono prima lavorare per stabilizzare queste condizioni con altri approcci prima di considerare eventualmente l’ipnosi.

3. Epilessia non controllata

Per le persone con epilessia, specialmente se non ben controllata con farmaci, l’ipnosi potrebbe rappresentare un rischio. Lo stato alterato di coscienza durante l’ipnosi potrebbe in alcuni casi abbassare la soglia di attivazione per le crisi epilettiche.

È come se il cervello avesse un sistema di allarme che nelle persone con epilessia è già particolarmente sensibile. L’ipnosi potrebbe rendere questo sistema ancora più reattivo, aumentando il rischio di crisi.

4. Durante stati di confusione o alterazione della coscienza

L’ipnosi richiede che la persona possa comprendere e seguire le istruzioni dell’ipnoterapista. Se qualcuno è confuso, sotto l’effetto di alcol o droghe, o in uno stato di alterazione della coscienza per altre ragioni mediche, l’ipnosi non è appropriata.

Sarebbe come cercare di sintonizzare con precisione una radio mentre qualcuno continua a cambiare frequenza: impossibile ottenere un risultato chiaro e potenzialmente rischioso.

Situazioni che richiedono cautela speciale

1. Disturbi dissociativi

La dissociazione è un’esperienza in cui una persona si sente distaccata dai propri pensieri, sentimenti, sensazioni o addirittura dalla propria identità. Può essere vista come un meccanismo di protezione della mente, spesso sviluppato in risposta a traumi.

L’ipnosi, che induce uno stato alterato di coscienza, può in alcuni casi intensificare involontariamente questi processi dissociativi. Per spiegarlo in termini semplici: se la mente di una persona tende già a “staccarsi” dalla realtà quando è sotto stress, l’ipnosi potrebbe facilitare ulteriormente questo distacco, rendendo più difficile il ritorno a uno stato normale di consapevolezza.

Solo ipnoterapisti con formazione specifica nei traumi e nei disturbi dissociativi dovrebbero lavorare con questi pazienti, e sempre con estrema cautela.

2. Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

Le persone con PTSD hanno vissuto eventi traumatici e continuano a sperimentarne gli effetti attraverso flashback, incubi e altre reazioni intense. L’ipnosi, che può accedere a memorie ed emozioni profonde, deve essere usata con grande cautela in questi casi.

Immaginate il trauma come una ferita che non si è ancora completamente cicatrizzata. L’ipnosi potrebbe involontariamente “toccare” questa ferita senza le adeguate protezioni, causando:

  • Rievocazione incontrollata di memorie traumatiche
  • Intense reazioni emotive o fisiche
  • Possibile ritraumatizzazione

Se usata in questi casi, l’ipnosi dovrebbe essere parte di un piano di trattamento più ampio, gestito da professionisti specializzati in trauma, e solo dopo che la persona ha sviluppato sufficienti strumenti di stabilizzazione emotiva.

3. Depressione grave con pensieri suicidari

Le persone che soffrono di depressione profonda, specialmente se accompagnata da pensieri suicidari, richiedono un’attenzione particolare. L’ipnosi potrebbe:

  • Intensificare temporaneamente le emozioni negative
  • Ridurre le difese psicologiche che tengono a bada pensieri pericolosi
  • Complicare il monitoraggio del rischio suicidario durante la seduta

In questi casi, altri approcci terapeutici sono generalmente considerati più sicuri come primo intervento.

4. Aspettative irrealistiche o motivazioni problematiche

L’ipnosi non è magia, anche se a volte viene erroneamente rappresentata così. Se una persona si avvicina all’ipnosi con aspettative irrealistiche (come essere “guariti” istantaneamente), il probabile disappunto potrebbe aggravare la situazione.

Allo stesso modo, quando l’ipnosi viene cercata per motivi problematici, come:

  • Tentare di “cancellare” ricordi indesiderati
  • Cercare di controllare altre persone
  • Evitare di affrontare problemi che richiedono altri tipi di intervento

In questi casi, l’ipnosi non solo non sarebbe efficace, ma potrebbe ritardare l’accesso a trattamenti più appropriati.

Considerazioni speciali per alcuni gruppi

Bambini e adolescenti

I bambini sono generalmente più suggestionabili degli adulti, il che li rende sia buoni candidati per l’ipnosi che potenzialmente più vulnerabili. L’ipnosi con minori richiede:

  • Consenso dei genitori o tutori
  • Tecniche adattate all’età
  • Particolare attenzione a non creare false memorie o suggestioni problematiche
  • Evitare l’uso in contesti di dispute per l’affidamento o testimonianze legali

Persone anziane con deterioramento cognitivo

Per gli anziani con demenza o altri problemi cognitivi significativi, l’ipnosi formale potrebbe:

  • Aumentare la confusione
  • Creare ansia o agitazione
  • Essere difficile da seguire e comprendere

In questi casi, approcci più diretti e orientati al presente sono generalmente più adatti.

Perché queste precauzioni sono importanti

Forse vi starete chiedendo: “Se l’ipnosi è così sicura come dicono, perché tutte queste precauzioni?”

È importante capire che l’ipnosi non è pericolosa in sé, ma è uno strumento potente. Proprio come un bisturi è incredibilmente utile nelle mani di un chirurgo competente ma potenzialmente pericoloso se usato impropriamente, l’ipnosi richiede competenza e giudizio professionale.

Inoltre, per le persone con certe vulnerabilità psicologiche, anche un’esperienza ben condotta potrebbe avere effetti indesiderati. Un buon terapeuta valuterà sempre se i potenziali benefici superano i possibili rischi.

Alternative all’ipnosi per situazioni a rischio

Per le persone con controindicazioni all’ipnosi, esistono numerose alternative terapeutiche efficaci:

  • Tecniche di rilassamento che mantengono piena consapevolezza
  • Mindfulness e meditazione guidata
  • Terapia cognitivo-comportamentale
  • EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) per traumi
  • Approcci corporei che aiutano a gestire lo stress e le emozioni

Questi metodi possono offrire molti dei benefici dell’ipnosi con rischi minori per le persone con controindicazioni.

Conclusione: L’importanza della valutazione professionale

L’ipnosi è uno strumento terapeutico prezioso che ha aiutato molte persone a superare problemi di vario tipo. Tuttavia, come ogni intervento, non è adatta a tutti in ogni situazione.

Un professionista qualificato eseguirà sempre una valutazione completa prima di proporre l’ipnosi, considerando:

  • La vostra storia medica e psicologica completa
  • Eventuali condizioni preesistenti
  • Farmaci che state assumendo
  • Le vostre aspettative e preoccupazioni

Se avete interesse per l’ipnosi ma vi riconoscete in una delle categorie descritte, parlatene apertamente con il professionista. Insieme potrete decidere se l’ipnosi è appropriata per voi o se altre tecniche potrebbero essere più adatte alla vostra situazione.

Ricordate che l’obiettivo finale di ogni intervento terapeutico è migliorare il vostro benessere nel modo più sicuro ed efficace possibile.

Katya Cervio è una Psicologa Clinica e Ipnoterapeuta con sede a Bolzano, specializzata in approccio psicodinamico e ipnosi ericksoniana. Integra nel suo lavoro la Pet Therapy e un'esperienza trentennale nell’inclusione scolastica e sociale. Offre percorsi terapeutici personalizzati in un ambiente accogliente, empatico e privo di giudizio.