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“L’altro in noi è più noi stessi di quanto non lo siamo noi stessi.” Jung

Nell’ambito della psicoterapia psicodinamica, lo studio delle dinamiche familiari in presenza di un membro con disabilità riveste un’importanza fondamentale. Il focus di questa analisi si concentra sui “siblings”, termine con cui si identificano i fratelli e le sorelle di persone con disabilità. Queste relazioni fraterne presentano caratteristiche uniche che meritano un’attenzione particolare, poiché influenzano profondamente lo sviluppo psichico ed emotivo di tutti i soggetti coinvolti. La prospettiva psicodinamica ci permette di esplorare le complessità di queste relazioni attraverso diversi livelli: intrapsichico, relazionale e sistemico. La presenza di un fratello o una sorella con disabilità può influenzare lo sviluppo dell’identità, la costruzione delle relazioni oggettuali e le dinamiche familiari nel loro complesso.

La relazione oggettuale: il fratello come oggetto interno

Nella teoria delle relazioni oggettuali, l’individuo interiorizza le relazioni significative della propria vita, trasformandole in rappresentazioni interne che influenzano la percezione di sé e degli altri. Nel caso dei siblings, la relazione con il fratello o la sorella con disabilità diventa parte integrante del proprio mondo interno, contribuendo alla costruzione dell’identità personale. Secondo la teoria di Otto Kernberg, l’individuo, fin dall’infanzia, forma rappresentazioni mentali interne del sé in relazione agli altri o alle figure di attaccamento che sono considerate l’oggetto dei bisogni e desideri del bambino. Nel modello di Kernberg, gli affetti svolgono un ruolo centrale nello sviluppo delle relazioni oggettuali interne. Gli affetti sono i mattoni fondamentali delle strutture psicologiche che arrivano a costituire l’identità e organizzano la vita affettiva, le motivazioni, i desideri (specialmente verso le figure di attaccamento) ei comportamenti abituali di un individuo.

La teoria dell’attaccamento di Bowlby contribuisce alla comprensione di come le relazioni significative vengono interiorizzate. Questi modelli interni di lavoro guidano il comportamento futuro poiché generano aspettative su come le figure di attacco risponderanno al proprio comportamento. Tali rappresentazioni interiorizzate del sé, delle figure di attaccamento e delle relazioni sono costruite come risultato delle esperienze con i caregiver primari. Guidano le aspettative dell’individuo sulle relazioni per tutta la vita, influenzando successivamente il comportamento sociale, la percezione degli altri e lo sviluppo dell’autostima. I modelli interni di lavoro sono rappresentazioni mentali inconsce che il bambino sviluppa riguardo:

  • Se stesso (“Sono degno di amore? Sono competente?”)
  • Gli altri (“Gli altri sono affidabili? Sono disponibili quando ho bisogno?”)
  • Le relazioni (“Come funzionano le relazioni? Cosa posso aspettarmi?”)

Questi modelli si costruiscono attraverso le esperienze ripetute con le figure di attacco primario (solitamente i genitori) nei primi anni di vita:

  • Se un bambino riceve risposte sensibili e coerenti ai suoi bisogni → sviluppa un modello interno di “sé come degno di cura” e “altri come affidabili”
  • Se riceve risposte incoerenti o inadeguate → può sviluppare modelli di “sé come non degno” o “altri come inaffidabili”

Per i fratelli di persone con disabilità, la formazione di questi modelli diventa più complessa perché:

  1. Attenzioni differenziali : Spesso sperimentano che i genitori dedicano più tempo/energia al fratello con disabilità
  2. Ruoli Invertiti : Possono essere chiamati precocemente a prendersi cura del fratello
  3. Messaggio implicito : Potrebbero interiorizzare “i miei bisogni sono meno importanti”

Esempi Concreti di Modelli che si Possono Formare

Modello “Io come Protettore”:

  • : “Devo essere forte e responsabile”
  • Altri : “Gli altri hanno bisogno della mia protezione”
  • Relazioni : “Nelle relazioni, il mio ruolo è prendermi cura degli altri”

Modello “Io come Invisibile”:

  • : “I miei bisogni non sono importanti”
  • Altri : “Gli altri hanno priorità su di me”
  • Relazioni : “Per essere amato, devo essere autonomo e non dare problemi”

Questi Modelli Influenzano la Vita Adulta

Nelle Relazioni Romantiche

Un fratello che ha interiorizzato il modello “io come caregiver” potrebbe:

  • Essere attratto da un partner che ha bisogno di essere “salvati”
  • Avere difficoltà ad esprimere i propri bisogni
  • Sentirsi colpevole quando riceve attenzioni

Nelle Amicizie

  • Assumere sempre il ruolo di “quello che risolve i problemi”
  • Difficoltà a chiedere aiuto
  • Tendenza a minimizzare le proprie difficoltà

Nel Lavoro

  • Scelta delle professioni di cura (insegnanti, medici, assistenti sociali)
  • Tendenza al perfezionismo
  • Difficoltà a delegare o prendersi una pausa

Il Meccanismo di “Profezia Autoavverante”

I modelli interni rappresentano aspettative che influenzano il comportamento, che a sua volta conferma le aspettative iniziali:

Esempio:

  1. Modello interno : “Devo essere perfetto per essere amato”
  2. Comportamento : Evita di mostrare debolezza, si sovraccarica di responsabilità
  3. Risultato : Gli altri lo vedono come “quello forte” e si rivolgono a lui per problemi
  4. Conferma : “Vedi? Sono amato solo quando sono utile”

Aspetti Neurobiologici

La Memoria Implicita

Questi modelli si formano prima che il linguaggio sia completamente sviluppato, quindi sono:

  • Non verbali : Sono “sensazioni” più che pensieri
  • Automatici : Operano al di sotto della soglia di coscienza
  • Resistenti al cambiamento : Perché non sono facilmente accessibili alla ragione

L’Attivazione nei Momenti di Stress

Quando il fratello è sotto stress, questi modelli antichi si riattivano automaticamente, influenzando:

  • Le reazioni emotive immediate
  • Le interpretazioni delle situazioni sociali
  • Le strategie di coping utilizzate

Implicazioni cliniche e terapeutiche

Riconoscimento dei Pattern

In terapia è importante aiutare i fratelli a:

  • Identificare i propri modelli interni
  • Comprendere le loro origini nell’esperienza familiare
  • Sperimentare relazioni diverse che possono modificare questi modelli

La Possibilità di Cambiamento

Plasticità dei modelli

Anche se formati precocemente, i modelli interni possono essere modificati attraverso:

  • Relazioni correttive : Esperienze di relazioni sicure che contraddicono i modelli negativi
  • Consapevolezza : Portare alla coscienza questi pattern automatici
  • Pratica deliberata : Sperimentare nuovi modi di relazionarsi

Una relazione terapeutica, un’amicizia profonda, o una relazione romantica sicura possono fornire l’esperienza di:

  • Essere visti e accettati per quello che si è
  • Poter esprimere la limitazione senza essere abbandonati
  • Ricevere cura senza dover “guadagnarsela”

Questa comprensione è fondamentale perché aiuta a spiegare perché l’esperienza di essere fratello non influenza solo l’infanzia, ma può avere ripercussioni profonde e durature su tutta la vita relazionale della persona.

La rappresentazione interna del fratello con disabilità può assumere diverse configurazioni:

L’oggetto fragile da proteggere

Frequentemente, i siblings sviluppano una rappresentazione interna del fratello o sorella con disabilità come un “oggetto fragile” che necessita di protezione e cura. Questa configurazione può portare allo sviluppo precoce di capacità di accudimento, ma potrebbe anche generare un’eccessiva responsabilizzazione. Il sibling può interiorizzare un’immagine di sé come “protettore”, assumendo ruoli parentificati che talvolta interferiscono con il normale processo di individuazione.

L’oggetto ambivalente

La relazione con il fratello con disabilità è spesso caratterizzata da sentimenti ambivalenti: amore e protezione si intrecciano con frustrazione, gelosia e talvolta rabbia per le attenzioni differenziali ricevute dai genitori. Questa ambivalenza può essere difficile da integrare nel mondo interno del sibling, generando sensi di colpa e conflitti intrapsichici significativi. L’elaborazione di questi sentimenti contrastanti rappresenta una sfida evolutiva importante per il sibling.

L’oggetto che definisce l’identità per contrasto

In alcuni casi, il sibling può costruire la propria identità in contrasto con quella del fratello con disabilità, enfatizzando le proprie capacità e competenze come elementi distintivi. Questo processo, se da un lato può favorire lo sviluppo di aree di eccellenza personale, dall’altro può generare un’identità reattiva, basata più sul “non essere come” piuttosto che su un autentico processo di individuazione.

La dinamica sistemica familiare

Riorganizzazione dei ruoli familiari

La presenza di un membro con disabilità determina inevitabilmente una riorganizzazione dei ruoli all’interno del sistema familiare. I siblings spesso assumono responsabilità maggiori rispetto ai coetanei, diventando “piccoli adulti” che collaborano alla gestione familiare. Questa ridistribuzione dei ruoli può accelerare la maturazione emotiva dei siblings, ma può anche comportare la rinuncia a spazi di spensieratezza tipici dell’infanzia e dell’adolescenza.

Attenzioni differenziali e dinamiche di riconoscimento

Una delle sfide principali per le famiglie con un membro con disabilità riguarda la distribuzione delle attenzioni e delle risorse emotive. I siblings possono percepire una disparità nelle attenzioni ricevute, con conseguenti sentimenti di esclusione o invisibilità. Questa dinamica può influenzare profondamente il senso di valore personale e la percezione del proprio posto all’interno della famiglia.

Dal punto di vista psicodinamico, il riconoscimento delle esigenze emotive di tutti i membri della famiglia è fondamentale per prevenire la cristallizzazione di ruoli rigidi e per favorire un sano sviluppo psicologico di ciascuno.

Comunicazione familiare e gestione delle emozioni difficili

Le modalità comunicative all’interno della famiglia influenzano significativamente l’elaborazione dell’esperienza di avere un fratello con disabilità. In alcune famiglie, la tendenza a proteggere i siblings attraverso il silenzio o la minimizzazione può ostacolare l’espressione e l’elaborazione delle emozioni difficili (rabbia, vergogna, senso di colpa).

La capacità della famiglia di creare uno spazio di comunicazione aperta, dove sia possibile esprimere anche i sentimenti negativi senza timore di giudizio, rappresenta un fattore protettivo fondamentale per lo sviluppo psicologico dei siblings.

Aspetti positivi e criticità

Aspetti positivi

La relazione con un fratello o una sorella con disabilità può favorire lo sviluppo di importanti risorse personali:

  1. Maggiore empatia e sensibilità interpersonale: I siblings sviluppano spesso una particolare sensibilità verso i bisogni altrui e una capacità di sintonizzazione emotiva superiore alla media.
  2. Resilienza e capacità adattive: L’esperienza di crescere con un fratello con disabilità può potenziare la flessibilità cognitiva e la capacità di affrontare situazioni complesse.
  3. Maturità emotiva precoce: I siblings mostrano frequentemente una maggiore maturità rispetto ai coetanei, con una visione più profonda della complessità dell’esistenza umana.
  4. Valorizzazione della diversità: L’esperienza diretta della diversità può favorire lo sviluppo di un sistema valoriale inclusivo e rispettoso delle differenze individuali.

Criticità e fattori di rischio

Al contempo, è importante riconoscere alcune potenziali criticità:

  1. Iperresponsabilizzazione: L’assunzione precoce di responsabilità può interferire con i compiti evolutivi propri dell’età, generando un’adultizzazione prematura.
  2. Difficoltà nel processo di separazione-individuazione: La forte identificazione con il ruolo di caregiver può rendere più complesso il naturale processo di separazione dalla famiglia di origine.
  3. Sentimenti di colpa associati ai propri successi: Alcuni siblings sperimentano quello che in letteratura viene definito “survivor guilt”, un senso di colpa legato alla propria condizione di “normalità” e ai propri successi personali.
  4. Invisibilità dei propri bisogni emotivi: Il timore di rappresentare un ulteriore carico per i genitori può portare i siblings a minimizzare o nascondere i propri bisogni emotivi.

Interventi terapeutici e di supporto

Il lavoro psicoterapeutico con i siblings e le loro famiglie può seguire diverse direttrici:

Lavoro individuale con il sibling

In un setting individuale, il focus terapeutico può concentrarsi su:

  • Elaborazione dell’ambivalenza emotiva
  • Rafforzamento del processo di individuazione
  • Integrazione degli aspetti contrastanti della relazione fraterna nel proprio mondo interno
  • Supporto nel processo di costruzione identitaria

Lavoro con il sistema familiare

In un’ottica sistemica, l’intervento può orientarsi verso:

  • Valorizzazione dei bisogni emotivi di tutti i membri della famiglia
  • Facilitazione della comunicazione aperta riguardo alle esperienze emotive legate alla disabilità
  • Sostegno alla ridefinizione dei ruoli familiari in modo equilibrato
  • Creazione di spazi dedicati all’espressione dei bisogni individuali di ciascun membro

Gruppi di supporto per siblings

L’esperienza di condivisione con altri siblings rappresenta una risorsa preziosa, in quanto permette di:

  • Normalizzare i sentimenti ambivalenti
  • Ridurre il senso di isolamento e unicità della propria esperienza
  • Condividere strategie di coping efficaci
  • Costruire una narrazione condivisa che integri gli aspetti positivi e negativi dell’esperienza

Conclusioni

La relazione tra siblings e fratelli con disabilità rappresenta un terreno ricco di sfide e opportunità evolutive. La prospettiva psicodinamica ci permette di comprendere come questa relazione significativa venga interiorizzata e contribuisca alla costruzione del mondo interno dei siblings. Un approccio terapeutico che tenga conto sia degli aspetti intrapsichici che di quelli sistemico-relazionali può offrire un supporto prezioso ai siblings e alle loro famiglie, favorendo lo sviluppo di relazioni familiari nutrienti e rispettose dei bisogni di ciascun membro. La sfida principale consiste nel riconoscere e valorizzare la specificità dell’esperienza dei siblings, creando spazi in cui sia possibile elaborare la complessità emotiva di questa relazione fraterna particolare, integrando gli aspetti di arricchimento e quelli di difficoltà in una narrazione coerente e significativa della propria storia personale e familiare.